Il dramma delle bacchette
Ed eccoci alle prese con le famigerate bacchette. Chi è capitato in un ristorante cinese in Italia, sa che sono un accessorio immancabile sulle tavole, altrimenti che ristorante cinese sarebbe? Sa anche che sempre, quasi nascoste sotto il piatto, si trovano confortanti posate occidentali, forchette soprattutto. Qui siamo in Cina e siamo in un ristorante che è cinese perché questa è la sua nazione, non perché vuole attrarre europei in vena di esotismo. Non ci sono posate, ci sono solo bacchette.
La cosa ci diverte molto… all’inizio. Ognuno di noi si cimenta a catturare pezzi di cibo che si trovano davanti a lui sul vassoio rotante. Le bacchette non collaborano affatto. Come avrà fatto la plurimillenaria cultura cinese a concepire aggeggi così scomodi per eseguire una operazione ricorrente e fondamentale come il mangiare? Ognuno di noi si sforza di escogitare tecniche improbabili per afferrare gli sfuggenti bocconi con i maledetti bastoncini e, quando è premiato da una parvenza effimera di successo, crede di avere scoperto il segreto e si erge a maestro per gli altri compagni di sventura.
Angelo si volta verso di noi con un’espressione trionfante sul viso. Per una “buona forchetta” (espressione emblematica) come lui è fondamentale riciclarsi in “buona bacchetta”, pena rischiare una dieta non programmata e sicuramente non gradita. Forse ha trovato la tecnica giusta. Lui ne è sicuro, dice. Mostra con orgoglio la mano destra in cui indice e medio tengono una bacchetta e anulare con mignolo, l’altra. Muovendo in modo innaturale le due coppie di dita si ha una parvenza di pinza che arpiona il cibo.
«Si fa così!», proclama, passando alla dimostrazione pratica.
Apparentemente funziona e un paio di fette d’anatra finiscono dal piatto di portata a quello suo personale e, da lì, alla bocca in trepida attesa, facendo illuminare con un sorriso il suo faccione compiaciuto.
Mi guardo intorno perplesso e constato che nessuno dei cinesi presenti ha le bacchette in quella posizione.
Questo mi insospettisce. Possibile che dopo quattromila anni di civiltà e migliaia di generazioni di cinesi sia arrivato Angelo dall’Italia a spiegare come si mangia?
Infatti, dopo qualche minuto, le bacchette di Angelo e le sue dita formano intrecci e angolazioni surreali che mi fanno temere per le articolazioni dell’amico. Se riconsegniamo a Mariangela il marito con le dita da ortopedia intensiva, in aggiunta al ginocchio malandato, sono guai. Accantoniamo la fantasiosa tecnica del “due dita per bacchetta”.
I libri di storia dicono che nel 1949 Mao guidò la rivoluzione culturale partendo da ottocento milioni di cinesi affamati. Il “grande timoniere” con la sua leadership consentì a tutti di sfamarsi. Sospetto che Mao diede loro semplicemente delle forchette e la carestia scomparve.
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