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Comunismo e fascismo

26 agosto 2022

Un amico ripropone in un messaggio privato il solito, stucchevole confronto tra nazifascismo e comunismo. Una certa scuola di pensiero tende a minimizzare e anche giustificare le nefandezze storiche della destra dittatoriale, all’insegna di un qualunquistico “il comunismo ha fatto e continua a fare di peggio”.
Ecco il messaggio che ho ricevuto.
RICORDIAMOCI CHE NAZISMO E FASCISMO SONO STATI SCONFITTI OTTANTA ANNI FA, IL COMUNISMO NO; LA GUERRA CONTRO IL RUSSO STA METTENDO IN GINOCCHIO LE ECONOMIE EUROPEE, IL CINESE ROMPE I COGLIONI A TAIWAN E IL NORDCOREANO GIOCA A LANCIARE MISSILI INTIMIDATORI
A questo ragionamento che io considero sbagliatissimo, soprattutto in un momento storico in cui gli Italiani si apprestano a riversare una valanga di voti su Giorgia Meloni e i suoi Fratelli d’Italia, io contrappongo questo ragionamento che voglio condividere con i miei contatti su Facebook.
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Visto che siamo in vena di ripassare la storia, sottolineo che ottant’anni fa vennero sconfitti Hitler e Mussolini con i loro tragici regimi, ma non vennero dissolti né il nazismo né soprattutto il fascismo.
Ribadisco che in Italia il comunismo non ha mai attecchito a livello governativo, mentre il mito dell'uomo forte e capo assoluto, caro alla destra, ha ancora un fascino SUBDOLO, PERICOLOSO e DIFFUSO anche in chi di destra non dovrebbe essere (si vedano gli operai che votano Lega e FdI).
La Storia ci spiega che Mussolini conquistò il potere nel momento in cui gli italiani erano spaventati dai disordini causati da movimenti socialisti (il comunismo sarebbe arrivato solo nel 1921, quando già incombeva il fascismo).
Oggi il fascismo è nuovamente vivo e vegeto e, come cento anni fa, lo spauracchio che lo rivitalizza sono i (presunti) disordini. Oggi le insicurezze, le minacce sociali vengono attribuite agli immigrati, e sono fandonie come documentano le statistiche; allora erano attribuite ai movimenti operai.
Sono passati cento anni esatti: la marcia su Roma avvenne nell'ottobre del 1922.
Cento anni dopo (guarda che coincidenza!) i Fratelli d'Italia, nipoti di quel fascismo che mai hanno rinnegato, si apprestano a tornare al potere e, beffa nella beffa, la “nipotina” Meloni ha ottime possibilità di varare il suo Governo proprio nel giorno anniversario di quello che Vittorio Emanuele III affidò a "nonno" Benito.
Nel frattempo, gli italiani boccaloni (o creduloni, come sottintende un azzeccato slogan leghista) sono impegnati a temere invasioni islamiche (inesistenti) e a paventare l'avvento dei feroci comunisti perché… "guarda cosa succede in Cina e in Corea del Nord".
Già! È un modo efficacissimo sventolare lo spauracchio dell'arrivo dei rossi, ha funzionato già quando a impugnare il vessillo dell’anticomunismo per “salvare l’Italia” era Berlusconi, il quale l’ha salvata così tanto da rischiare la bancarotta economica. Si parla di comunismo e si allude ai regimi di Stalin, Pol Pot e simili feroci tiranni; nessuno di loro ha mai governato in Italia, che mi risulti. In Italia i vituperati “compagni” hanno sempre e solo contribuito a fare crescere la nostra ricchezza, economica politica sociale. E oggi sono malinconicamente spariti nel nulla.
Sull'altra sponda Giorgia Meloni, affiancata platealmente da movimenti neofascisti e neonazisti, è in procinto di salire al potere, con l'intento, già dichiarato urbi et orbi, di cambiare la Costituzione e favorire la concentrazione del potere nelle mani di una persona sola. Il mito dell’”uomo forte” non è meno pericoloso se si concretizza con la “donna forte”.
Sono passati cento anni, esatti al minuto secondo, e gli italiani, per i quali la Storia si ferma all'ultima di campionato, stanno per assistere indifferenti e compiaciuti al ritorno del fascismo in Italia, mentre preoccupatissimi guardano con sospetto a quello che avviene in Corea del Nord e in Cina.

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