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La cerimonia laica

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Image by Beatriz Pérez Moya
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Cos'è una cerimonia laica?

Partiamo dalla parola “cerimonia”. Per un dizionario indica qualsiasi manifestazione (sacra o profana) che si svolge secondo una formula o un programma prestabiliti e con l'intervento di un pubblico.
Per l’autorevole Treccani è la solenne
celebrazione pubblica, anche in forma meramente civile, di un avvenimento o di una ricorrenza.

 

Manifestazione che si svolge secondo una formula o un programma prestabiliti

Le due parole “celebrazione” e “cerimonia” si aggrovigliano e si rincorrono, così come chi conduce l’evento è detto celebrante o cerimoniere, a piacimento.

 

Prendete la parola che vi pare, o prendetele tutte e due: l’importante è che abbiate chiaro il senso di quell’aggettivo che le qualifica: laica. Laica perché le celebrazioni/cerimonie si è abituati a considerarle patrimonio delle religioni, così come la parola “rito che, ancora di più, richiama ciò che normalmente si compie nelle chiese o nei templi. Invece no. Esistono molte cerimonie/celebrazioni che non hanno nulla a che fare con edifici sacri, né con divinità di qualunque genere. Anzi il numero di quelle laiche è pari a quello delle religiose.

Siamo contro le religioni?

 Assolutamente no: siamo alternativi e qualche volta complementari a esse. Le religioni mettono al centro di qualunque rito un dio o anche più di uno.

In una celebrazione laica i protagonisti sono sempre esseri in pelle e ossa, donne, uomini, bambini, bambine, ma a volte anche animali. La cerimonia laica mette al centro sempre colui, colei o coloro per i quali, di fronte a un pubblico numeroso o ristretto, si festeggia, si commemora, si accoglie, in una parola, si celebra qualcosa d’importante e che merita di essere condiviso.

Così, in modo laico, si può celebrare un matrimonio, un funerale, una nascita, un’adozione, ma anche un divorzio, un pensionamento, il raggiungimento della maggiore età, un anniversario.

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Come si svolge?

 

Il celebrante laico è una persona che ha compiuto una preparazione specifica per condurre la cerimonia con efficacia, ritmo, sequenze consolidate. Nulla viene improvvisato; ogni azione, ogni parola viene  pensata a priori, scritta in una specie di copione, come fosse un’opera teatrale, e condivisa con chi della celebrazione è protagonista o committente. Tutto deve svolgersi sotto l’attenta regia del celebrante e, non a caso, si usano termini teatrali, perché la cerimonia è la messa in scena di un atto unico, ritagliato su misura di chi ne è beneficiario. I protagonisti sono lei, lui o loro, con le parole e le musiche che amano o, nel caso di commiati, hanno amato in vita, ma anche con i riti simbolici, gli interventi di amici e parenti, persino le pause di silenzio, tutto finalizzato a creare un momento celebrativo indimenticabile.

Come si opera?

 

Per ogni cerimonia che viene commissionata, si parte con un’accurata intervista con i protagonisti o con i committenti, finalizzata a inquadrare, con la massima precisione possibile, i desideri e le  caratteristiche di chi e cosa deve essere celebrato. Immediatamente dopo si scrive il testo di ciò che dovrà essere detto e compiuto. Compatibilmente con i tempi a disposizione, si verifica con i committenti quanto si è progettato, apportando modifiche e miglioramenti in funzione di ciò che viene via via segnalato. Il risultato finale deve essere perfettamente centrato sul soggetto o soggetti al centro della cerimonia.

Al momento della celebrazione si “recita” ciò che è stato concepito in precedenza. La parola recitare non è casuale: anche leggendo un testo, la postura del corpo, il tono di voce, le inflessioni, l’enfasi o gli smorzamenti, sono fondamentali per chi ascolta e fanno la differenza tra una cerimonia spenta e una che rimanga nella mente e nel cuore dei presenti. In questo io metto al servizio della celebrazione la mia esperienza di presentatore e attore, abituato a esibirsi di fronte al pubblico.

Image by Luma Pimentel
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